
Una recensione molto attesa: le Mizuno Wave Rebellion Pro
*DATA DI LANCIO: 17.2.23 per il colore arancione (uomo) e rosa (donna) - Codice prodotti MIZ5660 e MIZ5696
*DATA DI LANCIO: 26.2.23 per il colore nero e bianco (unisex) - Codice prodotto MIZ5669
Eccomi ad affrontare una nuova sfida: scriverve la recensione sulle Mizuno Wave Rebellion Pro, la tanto attesa supershoe di Mizuno che con questo modello finalmente entra nell’arena delle scarpe con inserto rigido in materiale composito. Parto dall’estetica delle scarpe che ho usato perchè, che ci piaccia o no è la prima cosa che si nota in una scarpa e dunque parto con da qui: le Mizuno Wave Rebellion Pro di cui ho avuto l’onore di provare un modello di pre-produzione dal caratteristico design maculato che ho utilizzate per la prima volta alla maratona di Amsterdam e poi in numerosi allenamenti specifici.
L’estetica del modello, come ho detto, è alquanto particolare, ricorda le Asics Noosa Tri ma con un contrasto molto più elevato al cui interno si nasconde il “Kakizome” “自己ベスト” il cui significato giapponese è “Personal best”. Grazie a Mizuno ho migliorato la mia conoscenza del mondo apprendendo cos’è un Kakizome: è un termine giapponese che indica la prima calligrafia scritta all'inizio di un anno. Tradizionalmente, il kakizome veniva eseguito utilizzando inchiostro strofinato con la prima acqua prelevata dal pozzo il giorno di Capodanno e, sedute in una direzione favorevole, le persone scrivevano poesie sostituite nei tempi più moderni da più brevi kanji di buon auspicio. In Giappone è un evento molto importante e ogni anno il 5 Gennaio migliaia di calligrafi si riuniscono al Nippon Budokan, nel Chiyoda-ku di Tokyo, per un evento di kakizome ampiamente coperto dai media. Dopo questa divagazione culturale torno alla review estetica della scarpa
Peso della scarpa: Con i suoi 218 grammi la Mizuno Wave Rebellion Pro è sorprendente: visivamente la scarpa è caratterizzata da un’intersuola con alto spessore, tale da far supporre ben altro peso, invece si ferma addirittura 5 grammi sotto le Adidas Adizero Adios Pro 3 e a soli 20 grammi in più delle più diffuse supershoes di nike, le Vaporfly Next% 2.
La leggerezza la si percepisce immediatamente quando si indossano : la tomaia è minimale e traspirante, le stringhe estremamente leggere e resistenti, una scarpa da gara sotto tutti i punti di vista. Non è una scarpa da passeggio e lo si capisce subito ma non è nemmeno una scarpa da corsa “facile”. Anche questo lo si capisce appena ci si mette in piedi dopo averle allacciate: la sensazione è quella di essere in alto, molto di più di quanto ci si possa sentire con ai piedi un altro paio di supershoes; la struttura “bislacca” dell’intersuola con quel canyon tra la parte esterna e la parte supportiva interna, poi, aumenta la sensazione di squilibrio ma quando si comincia a correre le impressioni cambiano velocemente.
La corsa con queste scarpe è incredibilmente fluida, la “mancanza” della zona posteriore non è un problema, nemmeno per un tallonatore come me. Anzi la sua assenza asseconda una rullata più naturale e una corsa più fluida anche quando i muscoli non sono più reattivi. Durante la corsa non si nota nemmeno la presenza del canyon che corre sotto la tomaia e che permette alla scarpa una particolarissima torsione che potrebbe essere indigesta nei primi chilometri ma che poi si scopre essere necessaria per gestire l’enorme aderenza al terreno che hanno queste scarpe.
Due parole su questa caratteristica, quella che più di tutte mi ha sorpreso: il grip di queste scarpe è semplicemente fenomenale sia in termini di propulsione che in termini di tenuta alla torsione laterale nei cambi di direzione in curva ampia o a stretto raggio che sia. È incredibile quanto queste scarpe rimangano a terra esattamente nel punto in cui vengono appoggiate: qualsiasi scarpa precedente utilizzatami ha sempre dato l’impressione di perdere qualche millimetro durante la fase di spinta, è una cosa naturale e credo sia un feeling “normale”, ma quando si prova questo modello si capisce che la sensazione di avere una scarpa chiodata correndo su asfalto non è un’utopia. Ho percorso il mio giro di allenamento standard praticamente con ogni scarpa che ho avuto a disposizione durante gli anni e in ogni condizione meteo possibile, ma un paio di curve, una particolarmente stretta e l’altra su terreno spesso umido, le ho sempre dovute affrontare in maniera più morbida, tranne che con le Wave Rebellion Pro. Le ho utilizzate anche durante una seduta in pista in pieno inverno e a metà allenamento sul tartan si è creato uno strato di ghiaccio che ha reso la pista impraticabile per tutti gli altri ma che a me non ha creato particolari problemi.
La tomaia è leggerissima e traspirante, fascia il piede in modo leggero e lo tiene al fresco. Le stringhe sono molto sottili e leggere, anche sotto sforzo non incrementano la pressione sul piede e non si slacciano (problema spesso riscontrato con stringhe piatte), rimangono esattamente dove e come erano state allacciate ad inizio corsa Personalmente allaccio le scarpe utilizzo anche l’occhiello extra per tenere la conchiglia più fissa alla mia caviglia ed evitare sfregamenti nella zona del tallone.
Fino ad ora ho corso con queste scarpe per circa 160km e si stanno rivelando molto resistenti: la reattività e la morbidezza della schiuma che compone l’intersuola sono rimaste invariate, così come l’aderenza, e la tomaia non ha subito nessun degrado, la pulizia è semplice e l’asciugatura dopo un allenamento sotto la pioggia è rapida grazie alla leggerezza complessiva di tutti i componenti
A queste scarpe potrei segnalare due difetti: uno è l’altezza del collare (il bordo della scarpa vicino alla caviglia che collega la conchiglia alla tomaia) che per me è esattamente la distanza tra il malleolo e la base del tallone perciò a ogni passo sento un leggero “colpo” che rende la corsa meno piacevole. Ho provato a ovviare il fastidio allacciando le scarpe senza utilizzare l’occhiello extra ma si è presentato il secondo problema: il piede è scivolato in avanti di qualche millimetro e ho scoperto che il puntale delle Rebellion Pro è molto sottile e dopo 20km non è stato per nulla confortevole . Temo che questo problema possa presentarsi anche ad altri atleti che come me hanno un piede particolarmente sottile e affusolato.
Dopo la maratona di Amsterdam ho avuto un AMA su Reddit a riguardo, lo potete trovare qui. Rileggendo le risposte che avevo dato, posso dire che tutte le impressioni che ho avuto in un primo momento sono state confermate: Mizuno è entrata nel mercato supershoes ed è entrata a piedi pari per restarci con un ruolo da protagonista, dopo aver anticipato tutti di decenni con l’inserto rigido su una scarpa da corsa.
Prima di salutare voglio rassicurarvi: anche se sembra estrema la scarpa è perfettamente in linea con le regole IAAF e approvata per le competizioni su strada.
Fabio indossa un kit targato Mizuno: la maglietta MIZUNO IMPULSE CORE e i pantaloncini MIZUNO MULTITASCHE 2 IN 1
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Puoi seguire qui le avventure di Fabio.
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