Motivazione

Intervista all'atleta paralimpica Monica Contrafatto

Nella mitologia e nel folklore di centinaia di popoli diversi l'un dall'altro, è spesso presente la Fenice.

Gli uomini e le donne di tutto il mondo hanno da sempre amato e ammirato la capacità della Fenice di rinascere dalle sue ceneri, e per questo motivo hanno coniato un motto per questo animali mitologico, ovvero Post Fata Resurgo (Dopo la morte mi rialzo).

Monica Graziana Contrafatto è l'incarnazione vivente di questo motto. Siciliana, ha iniziato la sua carriera militare nel 2006, entrando a far parte del 1º Reggimento bersaglieri. Andò in una missione di pace in Afghanistan per la prima volta nel 2009, aiutando con coraggio gli abitandi del luogo.

Nel 2012, durante la sua seconda missione in Afghanistan, Monica è stata vittima di un attacco terroristico ed è stata gravemente ferita da delle bombe di mortaio, che le hanno causato l'amputazione della gamba destra. Eppure Monica, come l'araba Fenice, è rinata dalle sue ceneri e ha deciso di dare un nuovo senso alla sua vita: è diventata una delle promesse dell’atletica paralimpica mondiale, vicendo la medaglia di bronzo a Rio nel 2016 e la medaglia di bronzo a Tokyo nel 2021.

Oggi è ospite sul nostro Blog per raccontarci della sua esperienza.

1. Ciao Monica, è veramente un onore averti qui sul nostro blog! Purtroppo, è una mentalità ancor oggi diffusa quella di vedere lo sport e la disabilità come due mondi separati. Quando e come è nato il tuo interesse per lo sport?

Lo sport ha scandito tutta la mia vita in forme diverse, mi ha nutrito a scuola e fatto divertire quando ancora giovane giocavo per strada. Non l’ho mai fatto o avuto la possibilità di farlo in maniera agonistica, se non dopo aver perso una gamba in Afghanistan. Ero su un letto di ospedale quando correvano le Paralimpiadi di Londra 2012 e ho guardato per la prima volta atleti paralimpici e ho visto quella che sarebbe poi diventata la mia seconda vita, in particolare la gara dei 100m dove ragazze con uno o due gambe protesiche correvano. Da quel letto di ospedale mi sono promessa che appena avessi potuto anche io avrei iniziato a correre e partecipato alle Paralimpiadi.

Fonte: Gazzetta dello sport

2. Spesso si parla di una vita precedente all'incidente e di una rinascita. Quanto è cambiato il tuo approccio fisico, e soprattutto mentale, alla corsa?

Mai avrei pensato di fare uno sport individuale quando ancora avevo due gambe, sono sempre più stata da sport di squadra. Poi avendo perso la gamba, ho pensato di fare qualcosa col “pezzo” che era andato via e la corsa mi sembrava il mio giusto equilibrio per battere le barriere mentali di chi, erroneamente, ci guarda con l’occhio del “poverino è disabile”. Quindi l’approccio mentale è cambiato tantissimo, prima perché anche io facevo parte dell’ “erroneamente “ e poi perché ho capito che con impegno, dedizione e tanta passione si può fare della propria vita ciò che si vuole, malgrado a volte ci siano degli ostacoli. Più la salita è dura e più la vittoria sarà succulenta.

Fonte: Oggi

3. Hai seguito uno specifico piano di allenamento per abituare il tuo corpo a correre con una protesi alla gamba?

Inizialmente non è stato facile. Devi stare su una lama instabile e soprattutto per quelli che hanno un’amputazione come la mia, devi anche abituarti a un ginocchio che fai fatica a controllare inizialmente, tant’è che ho cominciato, le prime volte, andando mano nella mano con la mia allenatrice e pian piano dito dopo dito, ho iniziato a correre da sola. Sono partita nel 2015 con un allenamento a settimana, adesso ne faccio sei.

4. Quanto ti ha aiutato lo sport ad affrontare la tua situazione? Consiglieresti ad altre persone che hanno subito amputazioni di buttarsi nello sport?

Diciamo che sono una persona che vede sempre il bicchiere mezzo pieno e non mi sono mai abbattuta, però l’atletica ha colmato quel bicchiere d’acqua, facendomi scoprire soprattutto un mondo che non conoscevo, quello di uno sport bellissimo. Ovvio che consiglierei di fare sport, lo sport è il regalo più grande che tutti noi possiamo farci, elimina le barriere e i pregiudizi…ti fa sentire grande.

Fonte: The Owl Post

Grazie mille Monica per averci concesso questa piccola intervista! Segui le sue conquiste sul suo profilo Instagram qui.

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